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Il prete - Parte 1


di foxtied
10.05.2018    |    27.417    |    4 8.5
"L’esperienza con il dottore mi aveva introdotto realmente nel mondo del bondage e del sesso sadomaso, ma non mi sarei mai immaginato degli sviluppi, per così..."
L’esperienza con il dottore mi aveva introdotto realmente nel mondo del bondage e del sesso sadomaso, ma non mi sarei mai immaginato degli sviluppi, per così dire, “particolari”.
Il parroco della mia chiesa di quartiere, alla fine di una lezione di catechesi, mi invita a fermarmi per fare due chiacchiere e, di primo impatto, non do molto peso alla cosa, che ritenevo anche normale. Lo aspetto nel suo ufficio e, di lì a poco, lui arriva e si siede alla scrivania.
“Allora... ho saputo che abbiamo un amico in comune...” mi dice... “Chi?” domando sorpreso... “Beh, il tuo dottore... mi ha raccontato che avete avuto un paio di incontri particolari” Resto di sasso sgranando gli occhi... “Non averne vergogna, la carne è debole mio caro...” mi apostrofa sorridendo. “Conosco da parecchio tempo il dottore e devo dire che abbiamo avuto qualche esperienza comune” – “Esperienze sul genere che ho avuto io con lui?” chiedo... “Diciamo che abbiamo condiviso i “pazienti”, per così dire...” – “Ma come prete è una cosa normale?” – “Normale? Chi può effettivamente stabilire cosa sia normale? Tu ti sei sentito anormale mentre, legato e imbavagliato, sei stato usato sessualmente?” – “No, ma io non sono un prete...” – “Certo che no, ma io oltre che prete sono un uomo e sinceramente l’astinenza non è mai stata la mia dote migliore, visto che le mie pulsioni sono sempre state abbastanza forti e presenti...” – “Quindi cosa succede ora? Vuoi legarmi anche tu?”... Resta un attimo in silenzio, poi esordisce: “Diciamo che, visto che ti sei trovato così bene con il dottore, vorrei partecipare ad un incontro e poi, se la cosa ti aggrada, continuare a vederci in privato, io e te o tutti e tre, come preferisci...” – “Se rifiutassi?” – “E perché dovresti, solo perché sono un prete?” – “No, magari perché siamo nello stesso quartiere e se questa cosa si venisse a sapere...” – “Allora dovremo fare in modo che non si venga a sapere, e io non ne ho alcuna intenzione...” – “Devo pensarci, non so cosa rispondere...” – “Bene, pensaci... ma ti assicuro che se ti è piaciuta l’esperienza con il dottore, ripeterla con due ti potrebbe piacere ancora di più. Non ti farò comunque pressioni, basterà che, quando deciderai di incontrare di nuovo il dottore, tu gli dica che vuoi sia presente anche io, e lui capirà.
Questa proposta mi lascia molto perplesso, soprattutto perché non me la sarei mai aspettata in maniera così esplicita. Nei giorni successivi evito di pensarci, ma la voglia di incontrare ancora il dottore si fa sempre più presente, come la pulsione ad essere nuovamente usato sessualmente. Una mattina decido di fare una telefonata allo studio medico e di prendere un nuovo “appuntamento” che la segretaria mi conferma prima di mezzogiorno, per il sabato mattina successivo, alle 10.30.
Arriva il sabato e mi reco alla villa, mi accoglie sul portoncino e mi invita ad entrare: “Mi fa piacere tu sia venuto di nuovo…” – “La curiosità di sperimentare è tanta…” – “Si, ci credo… l’altra volta è stato eccitante, no?” – “Si, più di quanto credessi, a dire il vero”.
Mi invita a scendere una scala: “Vieni, stavolta ti faccio vedere un’altra stanza, andiamo di sotto…” Lo seguo e scendiamo in quella che dovrebbe essere la sala hobby, apre la porta e dentro c’è un grande letto in ferro battuto, attrezzato con molte corde, agli angoli e ai lati… Poi c’è una sedia in legno, anche quella attrezzata con corde e un buco sulla seduta; un tavolo con diversi giocattoli, un divano e un grande tappeto grigio scuro su un lato.
“Spogliati nudo…” La richiesta arriva secca… così inizio a spogliarmi, tolgo le scarpe, i pantaloni, la camicia… poi sfilo i calzini e resto in boxer… “Nudo… togli i boxer, dai…” Obbedisco, sfilo i boxer e resto completamente nudo davanti al letto.
“Sdraiati sul letto e allarga gambe e braccia” – “Mi leghi subito?” – “Certo, è per essere legato e seviziato che sei qui no?” Mi sdraio e allargo le gambe e le braccia come mi ha chiesto: mi lega i polsi al letto, allargando ancora di più le braccia e tirandole verso l’esterno con i cappi di corda che mi avvolgono i polsi. Sento il mio pene che inizia a reagire e indurirsi… Mi lega i piedi, avvolgendo le caviglie con i cappi e tirando anch’esse verso l’esterno… Ora ho le gambe completamente divaricate. Mi fascia le gambe sopra le ginocchia e poi, tirandole verso l’esterno, aumenta l’immobilizzazione per poi collegarmi altre due corde dai gomiti alle gambe. Sono quasi completamente immobilizzato ma prima con un’altra corda collega le caviglie, già legate al letto, tra loro, per poi serrare verso il fondo del letto. Ora sono immobilizzato completamente al letto e questa sensazione di impotenza mi fa diventare il pene completamente duro e dritto, con i genitali esposti e il culo bene in vista.
“Perfetto. Ora sei ben legato… che sensazione provi?” – “È eccitante, senza dubbio…” – “Bene, ora ti bendo gli occhi e poi ti imbavaglio…” – “Va bene…” Mi fido di lui, anche se questa volta mi dà l’impressione di essere più autoritario e diretto.
Mi fascia gli occhi con una benda di pelle morbida nera, la stringe dietro la nuca e mi occlude completamente la vista: “Ok… ora ti metto una palla morbida in bocca, è grossa, ma non preoccuparti, si adatterà al palato boccandoti la lingua, ma non ti darà problemi o dolore alla mascella…” – “Ok…” rispondo, e subito mi apre la bocca infilandovi dentro la palla compressa che man mano si allarga e mi riempie il palato, poi sento il nastro adesivo fasciarmi completamente in maniera molto stretta. Tappata la bocca, continua ad avvolgermi con il nastro, stavolta da sotto il mento a sopra la testa, impedendomi qualsiasi tentativo di muovere la mascella.
Sono completamente immobilizzato al letto e impossibilitato ad emettere alcun suono se non un lieve mugolio. “Perfetto”, lo sento dire… Passa qualche istante prima che senta una mano prendere il mio pene eretto e tenerlo scostato quanto basta per avvolgere i testicoli con una cordicella, che poi passa alla base dell’asta, strizzandolo per bene… infine un piccolo cappio attorno al glande e l’opera è completa. Il pene resta in erezione, bello duro ed esposto.
Con mia impotente sorpresa sento questa frase: “Puoi entrare, è immobilizzato…” Mi agito nel letto, anche se i movimenti che posso fare sono impercettibili per quanto sono legato stretto: c’è qualcun altro! La cosa mi innervosisce, soprattutto perché non mi ha detto nulla e ormai ogni rimostranza è vana. Sento i passi dell’altra persona sul parquet della sala e, senza una parola, una mano sfiorarmi prima il piede destro e poi il sinistro… per poi risalire fino ai testicoli legati che vengono presi e accarezzati… Sento parlare solo il dottore: “Eccitante, vero? ...” Non sento risposte, solo la mano prendere il mio pene e strizzarlo in un accenno di masturbazione, e un dito infilarsi tra le natiche e poggiarsi sul buco, come per testare le mie reazioni.
Inizia una serie di sevizie che vanno dalla bacchettatura dei piedi e dell’interno coscia, alla strizzatura dei capezzoli, all’applicazione di un vibrostimolatore sull’asta del pene… per proseguire con la sollecitazione del prepuzio con un vibratore… la mia respirazione aumenta fortemente, come l’eccitazione.
Sento le loro mani usarmi ma, essendo bendato, non so cosa altro stiano facendo, pur sentendo anche i loro respiri molto eccitati e affannati. Passa una buona ora di sevizie varie, durante le quali almeno quattro o cinque volte mi portano sull’orlo dell’orgasmo, sapientemente controllato e negato ogni volta; poi mi slegano piedi e gambe e mi liberano dalla legatura ai genitali… mentre uno mi tiene ferme le braccia mi slegano anche i polsi, ma solo per voltarmi sulla pancia e legarmeli dietro la schiena, incrociati e tirati con i palmi verso l’alto. Mi avvolgono il petto sopra e sotto e strizzano per bene i capezzoli mentre un cappio di corda mi viene passato attorno al collo: continuano legandomi le ginocchia e poi le caviglie, nonché gli alluci e infine mi incaprettano molto stretto, collegando i piedi ai polsi. Mi voltano su un fianco e tirando la corda che mi avvolge il collo all’indietro verso i piedi, mi inarcano la schiena, esponendo i genitali e immobilizzandomi nuovamente senza possibilità di movimenti. A questo punto me lo prendono in bocca a turno, succhiandomelo e leccandomelo, stessa cosa che fanno con i piedi e le dita degli stessi… le sensazioni che provo sono molto intense, si alternano nelle posizioni, quando uno me lo prende in bocca, l’altro mi lecca e morde i piedi e le dita… Sto per venire diverse volte, ma sapientemente si fermano sempre un attimo prima… è una tortura sfiancante.
Il tempo passa, mi lasciano incaprettato per tutto il tempo, non mi slegano da quella posizione neanche quando mi liberano dal bavaglio di nastro adesivo e dalla palla di gomma, solo per applicarmi un ring-gag senza darmi neanche il tempo di chiedere chi sia l’altra persona: lo serrano molto stretto spalancandomi la bocca, e ne immagino il motivo… Sento quasi subito un pene grosso e duro entrarmi in bocca, a fondo, fino a toccarmi la gola, mentre il mio viene frustato con una bacchetta flessibile. La sensazione di dolore e piacere al contempo è molto intensa e sentirmi la bocca piena di quel pene mi fa sentire completamente sottomesso e in balia dei miei rapitori. Unico pensiero fisso: chi è l’altro? E perché il dottore non mi ha detto nulla di cosa mi stava aspettando?
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